Surroga mutuo: ecco perché potrebbe essere il momento giusto

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Tassi ancora al minimo storico sembrano favorire la corsa alla surroga del mutuo. Nel primo semestre del 2020, in base ai dati forniti da Banca d’Italia, sono stati erogati mutui alle famiglie per un totale di 20,4 miliardi di euro. Il 18,3% del totale dei mutui erogati ha riguardato operazioni di portabilità, per un ammontare complessivo pari a 4,6 miliardi.

Non sorprende più di tanto il fatto che gran parte delle surroghe coinvolga i broker web. Questa tipologia di prodotto, infatti, ben si presta ad un’attività di comparazione delle diverse offerte presenti sul mercato, fenomeno per giunta accentuato dalle misure restrittive per l’accesso alle filiali di banche e società finanziarie.

La surroga conviene? Dipende soprattutto da quando è stato acceso il mutuo

Effettuando il confronto tra diverse banche, ci sono pochi dubbi sulla convenienza della surroga, soprattutto per i mutui attivi già da qualche anno.  Ad esempio, un mutuo fisso stipulato a novembre 2013 con un tasso del 4% comporterebbe per il mutuatario l’onere di pagare una rata mensile più alta rispetto alle condizioni attuali.

Tra l’altro, bisogna considerare che il passaggio ad un nuovo istituto di credito si accompagna, in genere, all’apertura di un conto corrente. Qualora le condizioni previste dal nuovo conto corrente siano meno convenienti rispetto al vecchio conto, il risparmio potrebbe essere totalmente vanificato.

Conviene passare dal tasso fisso al variabile?

Quando si mettono a confronto tasso fisso e variabile, la convenienza non può essere valutata comparando l’importo attuale della rata. Il tasso di ammortamento iniziale è l’elemento principale da considerare quando si valuta un mutuo variabile. Se tale tasso è più alto di quello attuale e se ti trovi nella prima parte del piano di rimborso del mutuo, la tua rata potrebbe essere piuttosto bassa.

Ciò però vuol dire inevitabilmente che, anche se i parametri di indicizzazione dovessero mantenersi sui livelli attuali, la rata gradualmente crescerà. Infine, vi è un’ulteriore incognita da considerare. Il costo del denaro è attualmente molto basso. Chi, però, può garantire che accadrà lo stesso anche negli anni a venire?

 

Fonte: Corriere.it