Le agevolazioni statali e in particolar modo il bonus prima casa under 36, hanno dato una spinta notevole al mercato dei mutui. Infatti, solo nel mese di settembre le richieste di mutuo sono aumentate del 33,19%.
Sono aumentate del 38,62% anche le domande di prestito personale ed è cresciuto anche il ricorso a strumenti digitali segnando il 20,10% in più.
Rapporto sul credito italiano
È quanto emerge dal Rapporto sul Credito Italiano di Experian diffuso nei giorni scorsi. Settembre è tradizionalmente il mese delle ripartenze dopo la pausa estiva ed è così anche per gli indicatori del credito che registrano tutti un’importante crescita. Non stupisce, quindi, la crescita in relazione al mese di agosto. Se si effettua, inoltre, un confronto con settembre del 2020 gli indicatori rimangono positivi: prestito personale +5,47% e mutui +27,76%.
L’anno scorso il mese di settembre aveva rappresentato una sorta di ritorno alla normalità prima della nuova ondata di contagi e rifletteva l’aumento del clima di fiducia da parte dei consumatori.
La pandemia ha sicuramente stravolto molte abitudini dei consumatori e ha accelerato sicuramente l’educazione alle nuove tecnologie. Infatti, ha dato una spinta decisiva all’adozione delle piattaforme digitali segnando +141,09%.
Richieste di mutuo su scala regionale
Su scala regionale è possibile osservare come la crescita della percentuale delle richieste di mutuo si concentra principalmente al sud Italia. A guidare la classifica è la Sicilia con +34,57%, seguono la Calabria con +33,17%, la Campania con +31,37% e la Puglia con +29,90%. È necessario sottolineare che l’aumento delle domande di mutuo risulta degli under 36, sulla scia del Decreto Sostegni Bis.
La crescita ormai stabile delle richieste di mutui e prestiti, anche nel confronto con il periodo pre-Covid, certifica una rinnovata fiducia degli italiani che guardano al futuro con un occhio differente e senza timore di investire nel medio e lungo termine.
Il paese sull’onda generale di ripresa dallo stop imposto dalla pandemia sta affrontando una nuova ripartenza. Infatti, si prevede un aumento del +6% del PIL per il 2021 e fa ben sperare che possa rappresentare un solido punto di ripartenza per una politica espansiva e di riduzione del debito pubblico.