Il momento che l’Italia sta attraversando è veramente difficile e senza precedenti. Quando una congiuntura nasce da problemi di carattere economico-finanziario vi sono sempre dei segnali di allarmismo da cogliere per prevenire l’impasse. Quando, invece, come in questo caso, la causa scatenante è da attribuire ad un fattore esterno, del tutto imprevedibile, le conseguenze possono essere drammatiche se non si agisce nel modo e nei tempi opportuni.
È indubbio che il Coronavirus abbia fortemente rallentato la produzione di molti comparti della nostra economia. Un discorso che coinvolge, purtroppo, anche la categoria degli Agenti in Attività Finanziaria e dei Mediatori Creditizi e delle loro reti distributrici.
Le Disposizioni Operative predisposte dal MISE e pubblicate, nella formulazione attualmente in vigore, in data 12.02.2019 (cfr. allegato 1), prevedono infatti alla lett. B1, Parte II, l’esclusione dall’accesso alla garanzia, tra gli altri, dei soggetti che svolgono attività economiche rientranti nella Sezione K della classificazione ATECO e, segnatamente, dei soggetti che svolgono attività finanziarie e assicurative (codici ATECO dal 64 al 66).
Le Società di mediazione creditizia, operando con il codice ATECO 66.19.22, non rientrano tra i destinatari delle garanzie previste dal Fondo e lo stesso vale per i loro collaboratori.
Di conseguenza, tutte le partite Iva che operano con i suddetti codici ATECO e che vorranno far richiesta del prestito fino a 25.000 euro (quello che non prevede la valutazione del merito creditizio) o del finanziamento fino a 800.000 euro (quello che prevede la valutazione del merito creditizio) non potranno accedere al Fondo di Garanzia e le eventuali richieste già presentate o in via di presentazione verranno rifiutate in seguito al controllo del codice ATECO.
Questa preclusione pone gli intermediari del credito in una situazione di evidente svantaggio nell’accesso al credito e ciò risulta fortemente pregiudizievole nell’attuale congiuntura socio-economica, in cui la liquidità rappresenterà in molti casi un fattore determinante per la sopravvivenza stessa delle imprese.
Nello specifico, la disciplina che regolamenta la materia potrebbe essere modificata introducendo una differenziazione tra i codici ATECO che identificano specificatamente le attività bancarie, finanziarie e assicurative in senso stretto (attività che resterebbero in ogni caso escluse dall’accesso al Fondo) e quelli che invece si riferiscono agli operatori della filiera distributiva (agenti in attività finanziaria, mediatori creditizi e loro collaboratori, ecc.), i quali verrebbero ammessi a poter beneficiare delle relative garanzie.
Anche l’OAM, l’Organismo di Vigilanza sulle attività di Agenti e Mediatori, nella nota dello scorso 31 marzo emanata dopo l’assemblea con le associazioni di categoria Abi, Afin, Assilea, Assifact, Assofin, Apsp, Ufi, Ama, Assomea, Assoprofessional, Fiaip e Fimaa, ed indirizzata anche ai ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e del Lavoro Nunzia Catalfo, ha espresso forti preoccupazioni sul futuro immediato degli intermediari del credito e dell’intero comparto bancario.
L’augurio è che presto possa arrivare un provvedimento finalizzato al rafforzamento ed all’ampliamento delle garanzie offerte dal Fondo, con l’integrazione di questa modifica nell’ambito di detto intervento normativo e che, dunque, anche agli intermediari del credito e alle loro reti distributrici sia riservata la giusta attenzione e considerazione, alla luce del prezioso contributo che quotidianamente forniscono per la crescita dell’intera filiera del credito.
PrestitoSì, al fine di mostrare vicinanza alla propria rete distributrice e consapevole delle difficoltà che attraversano i professionisti in possesso di Partita Iva, rinnoverà a partire da maggio 2020 le politiche di anticipi provvigionali, con un plafond a disposizione dei Consulenti che già collaborano con l’azienda e dei nuovi Credit Advisor che entreranno a far parte della Rete.